Brevi Cenni generali di Storia della Musica
La musica ha da sempre accompagnato la vita dell’uomo, sin dalla nascita. Mi piace identificare la musica con le parole del dottor Alessandro Caroli, martinese di nascita, nonché grande promotore di eventi musicali: “la Musica è il respiro dell’Universo”.
Proprio come un corteggiamento, essa si è rivelata poco per volta, nei lunghi secoli dell’evoluzione umana. L’uomo ne ha fatta di strada da quando percuoteva ossa di animali o di suoi simili per comunicare, a distanza, o per esprimere qualsiasi cosa. Passando dalla scoperta delle vibrazioni, si è arrivati all’evoluzione della monofonia (canto ad un’unica voce) in polifonia (canto a più voci), dalla costruzione dei primi strumenti rudimentali (aulos, buccina, tibbia) alla formazione di ensemble di strumenti elaborati che accompagnavano le voci soliste.
La musica accompagna la vita religiosa, sociale e politica dell’uomo, subendone gli alti ed i bassi tant’è che ogni periodo storico ha la sua traccia sonora rappresentativa. Infatti, nelle musiche a noi note, si riesce a recepire sia l’espressione e lo stato d’animo del compositore che il suo rapporto con la società e con il periodo storico in cui viveva.
A cominciare dal Barocco, la musica ha rappresentato il potere religioso e politico; ha partecipato alla formazione della società, mettendo in risalto la gloria e la fede delle diverse confessioni cattoliche e protestanti, esaltando lo splendore del potere assoluto o della politica o della corte o del signore. Questo periodo storico vede la nascita di grandiosi compositori come: Monteverdi, Scarlatti, Metastasio, Bach ed Haendel.
L’Illuminismo porta con sé la diffusione della musica dilettantistica, ossia della musica domestica suonata per puro svago o intrattenimento, con un nuovo linguaggio, ovviamente semplificato, ed una nuova ricerca di sentimentalità decorata da abbellimenti accessibili a tutti. W. A. Mozart, che si adatterà a questa tipologia di musica ed inizierà a comporre innumerevoli opere destinate ai salotti d’intrattenimento artistico e non, è il compositore rappresentativo di questo momento storico.
La Rivoluzione Francese ha portato con sé sostanziali cambiamenti nella realtà degli individui, cominciando dal nucleo fondamentale della vittoria della borghesia sull’aristocrazia. Si è diffusa capillarmente la musica domestica, si sono affermate le sale da concerto come luogo di ascolto di massa, sono nate le prime accademie ed associazioni musicali ed infine si sono diffuse le case editrici dedicate alla musica. In questo periodo, il musicista è diventato autonomo e non è più legato ad una determinata famiglia nobile o ad una autorità ecclesiastica. Si è sviluppata una nuova visione estetica qual è il romanticismo, dove viene privilegiata la musica strumentale quale mezzo più efficace per esprimere gli stati irrazionali della coscienza e della conoscenza.
L’Ottocento è stato il periodo in cui ogni nazione è andata alla ricerca di una sua identità e soprattutto, nelle nazioni sottomesse, del diritto alla propria indipendenza e autonomia politica, sociale e culturale. È questo un sentimento percettibile nelle numerose opere composte da Verdi, Wagner, Ravel e Bizet, solo per nominarne alcuni. Sono nate così le scuole che fanno della nazionalità, non solo musicale, un valore nuovo. Questo è l’inizio della crisi dell’eurocentrismo e l’inizio delle prime battaglie in questi nuovi scenari politico-culturali, i quali culmineranno nelle due grandi guerre del XX secolo.
Il Novecento ha portato con sé due guerre di livello mondiale, la nascita di nuovi generi musicali e le invenzioni tecnologiche che porteranno all’ascolto domestico delle proprie musiche preferite. Le classiche opere teatrali, il nuovo jazz e poi il pop sono entrate nelle case di tutti gli individui in possesso di una radio. Vorrei sottolineare i duri contraccolpi che la musica ha subito durante la seconda guerra mondiale. I compositori hanno incontrato un durissimo controllo verticistico delle proprie opere da parte delle potenze politiche e dai rappresentati, per cosi dire, della cultura popolare. Molti compositori sono stati costretti a seguire la nuova filosofia di vita, i più fortunati fuggirono in esilio, altri si sono sottomessi alle volontà del tiranno e altri ancora, come E. Schulhoff, finiranno la loro vita in un campo di sterminio.
Oggi la musica rappresenta la colonna sonora della nostra vita. C’è musica dappertutto! Tutto è Musica!
La Musica a Martina Franca
Recenti ricerche fanno risalire la memoria storica in campo musicale ai primi anni del ‘700, dove troviamo i compositori Michel Perla (1734 - ?) e Giuseppe Aprile (1735 - 1813). Quest’ultimo, ammirato da Mozart e Burney, musicò l’Inno della Libertà, su versi del canonico Francesco Miani, che i martinesi cantarono per le vie e le piazze quando innalzarono l’albero della Libertà. Giuseppe Grassi lo definì “Ardente Giacobino”.
Altri compositori, di cui si hanno pochissime testimonianze scritte, sono stati: Giulio Recupero (1799 - ?), Palmerino Motolese (1828 - 1913), Michele Cane (1864 - 1949), Salvatore Micoli (1873 - 1949) il quale dirigeva, per motivi politici, la banda cittadina dei Crumiri e Pietro Biancofiore (1885 - 1971) che dirigeva l’opposta banda dei Pipistrelli.
Ultimi, ma non per importanza, i fratelli Griffi: Francesco (1900 - 1965) e Mario (1911 - 1977). Questi fondarono l’istituto musicale “Sancta Cecilia” e la “Banda del Villaggio del Fanciullo” composta anche da orfani di guerra.
Martina Franca, a conferma della sua grande dedizione per la musica, ha visto in Gioconda de Vito e in Paolo Grassi due grandi figure che hanno dato lustro alla cittadina stessa.
Bibliografia
Maria grazia Melucci – Compositori della nostra terra, Dicembre 1987, Editrice Scorpione Taranto;
Roberto Favaro – Storia della Musica, Aprile 2002, Nuova Carisch s.r.l.